Finalmente posso scrivere un bell’articolo su uno scrittore scoperto l’anno scorso ma che ultimamente ho approfondito e che inizio ad adorare: James Graham Ballard. Uno scrittore eclettico, ma reso famoso soprattutto dai suoi romanzi fantascientifici che hanno perlustrato in lungo e largo la mente umana. Vi posto, in ordine di lettura, le recensioni dei quattro libri ballardiani che ho per ora terminato; e non ho intenzione di fermarmi 🙂

Un gioco da bambini

Bellissimo nella sua semplicità: l’intento di questo breve romanzo non è come in un tipico giallo capire chi è il colpevole, ma il perchè delle sue azioni, sempre che vi sia un motivo valido per compiere una simile strage.

Non vi sono colpi di scena ma solo un’attenta analisi del contesto della strage tramite gli appunti minuziosi del consulente psichiatrico che ci narra questo massacro.

Scrittura nuda e cruda, lineare ed efficace che cattura l’attenzione del lettore sin dalla prima pagina.

L’impero del sole

Trama:

Durante la seconda guerra mondiale, dopo il bombardamento giapponese di Pearl Harbor, l’undicenne Jim, protagonista del romanzo, si ritrova prima separato dalla sua famiglia a girovagare per Shanghai, poi internato in un campo di prigionia di nuovo con i genitori. In quattro anni trascorsi nel campo di Lunghua, diventa un eccezionale testimone di cosa sia davvero la guerra: una cruda e infernale realtà dove quel che conta è la lotta per la sopravvivenza. La catastrofe non è più immaginata o proiettata nel futuro, come negli altri romanzi di Ballard, bensì vissuta in prima persona, e riferita con la fedeltà e l’esattezza di un’autobiografia e con l’allucinatoria forza di un’esperienza assolutamente fuori del comune.

Recensione:

Secondo libro di Ballard che leggo e ancora non ho capito bene lo scrittore. Libro con un racconto nudo e crudo di ciò che avvenne in Cina durante la Seconda Guerra Mondiale; il difetto che forse lo rende talvolta pesante e ripetitivo è l’assenza di sentimento e umanità, d’altronde necessari per sopravvivere in un campo di prigionia. Jim, ossia Ballard, non è il solito personaggio principale perfetto buono e gentile, anzi spesso vi capiterà di non sopportarlo 😆 Una lettura di certo non “leggera”, ma di sicuro una trama non scontata o “vuota”. Di certo c’è che questo è un autore davvero particolare ed eclettico ^_^

Crash

Trama:

Ad accomunare le vite del narratore, James Ballard, e dello scienziato televisivo e psicopatico Robert Vaughan è la passione morbosa per gli incidenti stradali con il loro strascico di morte, deformazione e mutilazione dei corpi, commistione di tecnologia e carne, lamiere e sesso. Entrambi sono reduci da scontri che hanno modificato la loro percezione di cose e persone. Attorno a loro si muovono le figure di Catherine, la moglie di James, con la sua attrazione omoerotica per Karen, la dottoressa Helen Remington, il cui marito è morto nello schianto con l’automobile di James, e altri individui a loro volta presi nelle spire del fascino perverso della tecnologia e del suo impatto sulla vita umana. Il tutto descritto con algido, clinico distacco. Si spiana così la strada, come ha detto lo scrittore, “a tutti i nostri piaceri più concreti e delicati – quelli delle delizie del dolore e della mutilazione; del sesso come arena perfetta, come brodo di coltura di sterile pus, per tutte le veroniche delle nostre perversioni; della libertà morale di attendere alla nostra psicopatologia come a un gioco; dell’apparente illimitatezza delle nostre capacità di concettualizzazione. Ciò che i nostri figli hanno da temere realmente non sono le autostrade del domani, bensì il nostro sottile piacere nel calcolare i più eleganti parametri delle loro morti”

Recensione:

Partiamo da una premessa, presa da un commento su IBS.it:

Un testo fondamentale per capire Ballard, ma il testo piu’ sbagliato per iniziarlo a conoscere

Niente di più vero: chi inizierà a leggere Ballard da Crash lo troverà volgare, ripetitivo e privo di sostanza. Io stesso, tra l’altro non sapevo a che tipo di testo andavo incontro, all’inizio ho storto un po’il naso per certe perversioni e fantasie da codice rosso che francamente poteva anche non scrivere; poi, vuoi per il senso di angoscia che ti trasmette via via il libro, vuoi per l’immedesimazione del lettore con i protagonisti, inizia un viaggio allucinatorio nelle menti e macchine dei personaggi, il tutto descritto con uno stile superbo.

Nel 1973 Ballard parlava delle perversioni delle persone che sono incuriosite e perchè no affascinate dagli incidenti, nel 1996 Rotten.com apriva i battenti per soddisfare anche questo tipo di perversione/curiosità.

Libro duro, difficile da digerire, un viaggio allucinatorio nelle menti annoiate di un gruppo di londinesi le cui perversioni estreme non nascondono nient’altro che una profonda solitudine.

Tutti i racconti vol.2 (1963-1968)

Una raccolta pregevole, con uno stile elegante, asciutto e preciso. Come tutte le raccolte di racconti è però discontinua e vengono alternati racconti di ottima fattura ad altri di poco conto, soprattutto quando sono di poche pagine. Ballard costruisce le storie in modo magistrale ma spesso non approda a nulla di concreto e ci lascia con l’amaro in bocca, con un’enigma da risolvere. Finale di partita è un piccolo omaggio a Kafka, che riteneva lo scrittore più importante del ventesimo secolo 🙂
Bellissima la postfazione di Antonio Caronia, ottimo il lavoro del traduttore ^^

Ci sono racconti che poi verranno sviluppati con più attenzione nei suoi romanzi:
– L’uomo luminoso diventerà La foresta di cristallo
– Diversi racconti che hanno come tematica gli incidenti autostradali, le ferite e l’ossessione per entrambi diverranno Crash, dove tutto sarà più lineare; in effetti il racconto in sé ( parlo di quello in cui viene citato Reagan) sembra una volgarità gratuita senza capo né coda.

Il romanzo “L’impero del sole” racchiude tante tematiche ed ossessioni che accompagneranno Ballard per tutta la vita, nonostante non sia il massimo della fluidità è una buona base per iniziare a conoscere Ballard e la sua infanzia cinese ^^ Per esempio si viene a conoscenza dell’origine della sua ossessione per il cielo e gli aerei spesso protagonisti dei suoi racconti e novelle.

Molto belli ed affascinanti i racconti dedicati a Vermilion Sands, alle sue sabbie abitate da razze bianche, ai suoi artisti che popolano i quattro racconti, alle statue sonore che intonano note nostalgiche, alla donna di turno ossessionata che popola queste sabbie… Anziché inserirli per ordine cronologico io li avrei messi tutti assieme uno dopo l’altro, credo che così spezzettati perdano di significato.

All’inizio della lettura stavo recensendo i singoli racconti che mi erano piaciuti di più, poi però mi sono stufato 😀 Accontentatevi 😀

L’uomo subliminale: bellissimo racconto, l’atmosfera distopica ricorda 1984 e Fahrenheit 451.

Un problema di rientro: terzo racconto di questa raccolta e la costante è la facilità di Ballard di creare in poche righe atmosfere cupe ed opprimenti. Occhio al finale.

I cacciatori di Venere: vorresti che non finisse più, vorresti attendere per tante altre pagine l’arrivo dei Venusiani, bello.

Meno uno: finale shock. Una perla. Ballard si mostra eclettico e non un autore di genere: giallo, fantascienza e via dicendo, è sempre a suo agio e non annoia mai il fortunato lettore.

Il pomeriggio improvviso: piccolo passo indietro. Il racconto è pregevole se letto in modo indipendente dalla raccolta, perde un po’ facendone parte; l’imprevedibilità ad ogni costo di Ballard qui diventa prevedibile, tanto da poter rendere abbastanza palese la fine, nonostante la classe di Ballard dia quel tocco raffinato tale da non renderla scontata.

Ps i primi tre quarti della raccolta sono la parte migliore del volume, alla fine Ballard un po’ si perde 🙂

Spero di avervi incuriosito almeno un po’ ^_^

Informazioni su elianto782

Amo la lettura, horror in primis, il cinema, la musica e il Calcio.

Una risposta »

  1. libero87 ha detto:

    si, mi hai incuriosito 🙂

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